Insicurezza nelle città e grandi centri di accoglienza, i rischi del decreto immigrazione. La stampa dell’11 e del 12 novembre

Cosa cambia con il decreto immigrazione? Se lo chiedono molti sindaci e Comuni. A cominciare da Reggio Emilia.
“Si va nella direzione dei grandi campi che non sono certo la soluzione più intelligente. Si smantella il sistema dello Sprar, dell’ accoglienza diffusa”. Né convinto il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, che su Reggionline, di domenica 11 novembre, lancia l’allarme sugli effetti del decreto.
“Nei prossimi mesi assisteremo ad alcune centinaia di migliaia di richiedenti asilo che usciranno dal programma e che saranno ufficialmente degli irregolari sulle nostre strade. Si darà la colpa ai sindaci del fatto che le strade e le città siano più insicure perché non c’ è un investimento sull’ integrazione, sull’ alfabetizzazione, non c’ è un investimento sulla possibilità di queste persone di avviarsi al lavoro”.

A far eco a Reggio Emilia anche il Comune di Bolzano
. “Sugli Sprar ridotti è allarme del Comune”, titola così l’Alto Adige che riferisce della riunione, che si è tenuta lo scorso venerdì, dei sindaci del Consorzio dei Comuni con il direttore della ripartizione provinciale Luca Critelli. «Ma è ovvio che Bolzano rischia di tornare al centro di una emergenza. Finalmente eravamo riusciti ad alleggerire le presenze di richiedenti asilo, il decreto va nella direzione opposta», riassume l’assessore alle politiche sociali Sandro Repetto, che rivela, «In Comune stiamo valutando come gestire una eventuale emergenza, non immediata, ma in un tempo medio-lungo». Secondo Repetto, il decreto Sicurezza rischia di provocare «l’aumento delle persone senza dimora e senza titolo che gravitano in città. È inutile illudersi che funzionerà il sistema dei rimpatri, più realistico è dirci che aumenteranno gli invisibili, con i rischi che ciò comporta».
Mentre l’assessora provinciale Martha Stocker ha convocato i presidenti delle Comunità comprensoriali. La riunione si terrà nei prossimi giorni e sarà dedicata al decreto sicurezza. «In effetti si torna all’idea iniziale dei progetti Sprar pensati solo per i rifugiati e non anche per i richiedenti asilo. Va anche detto che i nostri Cas di periferia (centri di accoglienza straordinaria) sono abbastanza piccoli e non stanno creando problemi. E anche a Bolzano le tensioni sono legate a chi è fuori dai centri, non a chi segue l’iter».

Rispetto invece alla mozione adottata dal Pirellone, ovvero di possibili penalizzazioni dei Comuni che impegnano i richiedenti asilo in attività di manutenzione del verde, l’assessore Riccardo Mariani del Comune di Lecco, sul Giornale di Lecco, ha ribadito con forza: «Non ci lasciamo intimorire, avremo il coraggio, insieme ad altre amministrazioni comunali come la nostra, di remare controcorrente (…). E’ un momento importante in questo clima pensante creato da un lato dal decreto sicurezza, dall’altro da questo provvedimento votato in Regione che non condividiamo e anzi reputiamo profondamente sbagliato e da contrastare. Dobbiamo andare avanti insieme, continuare a lavorare per cambiare le cose. Le persone che danno l’esempio cambiano il mondo. Noi vogliamo continuare a essere una comunità che fa accoglienza, in un territorio che sa essere solidale».