Il caso Riace e il Decreto Sicurezza e Immigrazione sulle prime pagine dei giornali italiani ed europei

Sul Decreto, ilgiornale.it riferisce ciò che potrebbe accadere in parlamento per modificare il Decreto citando la senatrice Elena Fattori spiega. «È da ripensare la stretta sugli Sprar, modalità di accoglienza virtuosa e sotto il controllo dei comuni, a lungo caldeggiata dal M5S […] Da una approfondita lettura del testo e da un confronto con gli esperti del settore, il decreto Salvini ha criticità molto importanti. Sono dell’avviso che affrontare il tema complesso dell’immigrazione con un decreto sia un azzardo, ma sono fiduciosa che si darà la possibilità di modificare quelle parti che rischiano di creare tensioni sociali e potrebbero avere l’effetto opposto minando la sicurezza degli italiani».

Sul Decreto interviene anche Silvio Aimetti, sindaco di Comerio (provincia di Varese) scrivendo una lettera al ministro Salvini, pubblicata su Prealpina (integrale su varesenews.net) «Purtroppo le sue [del ministro Salvini, ndr] strumentali bugie stanno minando il futuro del nostro Paese che, per tanti motivi, avrebbe invece bisogno di una immigrazione sicura, organizzata ed inclusiva come quella del sistema SPRAR».

Anche la Simm, Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, ha redatto un documento sul Decreto Sicurezza varato dal governo, come riporta il Corriere del Trentino che tra l’altro segnala, come principali punti critici del Decreto, il ridimensionamento dello Sprar «che ha garantito in questi anni percorsi virtuosi» e il rischio che molti migranti siano indirizzati a centri di accoglienza gestiti da privati «che non offrono servizi adeguati e sono caratterizzati da gestioni poco trasparenti».

Decreto e sicurezza al centro dell’incontro tra il ministro Matteo Salvini e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. «C’è stato un incontro istituzionale utile, proficuo, ma non ce ne torniamo più ricchi di fatti concreti, non abbiamo avuto niente» così il sindaco, come riferisce la testata Roma, che riferendosi poi alla situazione del quartiere Vasto aggiunge «la situazione del Vasto è colpa dei vari governi che si sono succeduti, anche quelli dei quali faceva parte Salvini, che hanno concentrato gli immigrati in un unico luogo. Non è il metodo migliore, sono anni che lo diciamo. Per questo abbiamo sottoscritto il protocollo per aver più Sprar».

Il caso Riace affolla le testate italiane ed europee.

Ad esempio l’agenzia internazionale Agence-France Presse [AFP] scrive  «The mayor’s arrest stunned some in Italy and reverberated around parts of Europe, where the “Riace model”… has been hailed as a simple but effective way to both revive depopulated villages and house hundreds of asylum seekers. “European cities must react! Barcelona with Riace!” said Ada Colau, mayor of the Catalonia city, who spent time in Riace this summer. The immigrant programme has seen abandoned houses restored and craft workshops reopened in Riace, attracting tourists, and has been lauded by many as a model of integration. Lucano was even named one of the 100 most influential personalities by Fortune magazine in 2016 and inspired a docu-fiction by Wim Wenders. [….] In Montesilvano, a sea-side town of 55,000 inhabitants on the Adriatic coast, centre-right mayor Francesco Maragno has supported the closing down of two large centres nearby — “two ghettos” — and the opening of smaller structures instead. “People have begun to see the foreigners not as a problem but as an added value,” Maragno told AFP, arguing that migrants were helping revamp the town. In Prato, near Florence, left-wing Mayor Matteo Biffoni has no doubts: “We have a system that works and they are trying to make it fail”.

Avvenire, oltre alla pagina interna, dedica l’editoriale in prima pagina con il titolo «Il caso Riace e gli slogan-sentenza. Guai a chi confonde»; Il Dubbio evidenzia come il gip abbia smontato l’inchiesta; la Repubblica ricorda i fondi bloccati dal Ministero per lo Sprar e i Cas; Il Tempo che fa un riquadrino sul “flop” del raduno di ieri a Roma a sostegno del sindaco Lucano.

Il Corriere della Sera riferisce che il gip «nelle 132 pagine del provvedimento non solo ha rigettato queste ipotesi accusatorie, ma ha criticato l’attività d’indagine della procura e della Guardia di Finanza bollandola come “acritico recepimento delle prove”, non “integranti alcuno degli illeciti penali contestati in alcuni capi d’imputazione”»

Anche ilfattoquotidiano.it propone la stessa chiave di lettura: «Un primo cittadino, che “vive oltre le regole” come lo definisce il gip, ma che non ha arricchito né le associazioni che ricevevano i soldi destinati alla gestione dei migranti che arrivano in Italia e diventano ospiti di Sprar … e Cas … né ha preso soldi lui. Anzi il giudice, nelle 132 pagine di ordinanza a fronte di circa 1000 di richiesta, smonta gran parte dell’inchiesta parlando di congetture, errori procedurali, inesattezze»

Secolo XIX e Stampa online su soffermano sulla “moneta virtuale”: «Tra le innovazioni, c’è la moneta complementare ideata da Re.Co.Sol., la Rete dei Comuni Solidali nata nel 2003. La cartamoneta locale, raccontata in tutto il mondo come uno dei punti di forza del sistema di accoglienza, ideata a Riace e poi replicata in diversi comuni, è valsa lo scorso anno a Lucano un’iscrizione al registro degli indagati con le ipotesi di concussione e truffa. In quell’occasione, la procura gli contestò proprio «il sistema dei bonus» e delle borse lavoro, due strumenti con cui a Riace si utilizzavano in modo diverso i 35 euro giornalieri concessi dallo Stato per la gestione dei richiedenti asilo».

La Stampa online aggiunge che il Gip, dopo un anno d’indagine, finì per negare la sussistenza di quelle contestazioni contro Lucano «rilevando che, ferme restando le valutazioni espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti Sprar e Cas, ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate».

https://www.lastampa.it/2018/10/02/italia/come-funziona-la-moneta-complementare-a-riace-StivZEgLOoq4i3tLCNySMP/pagina.html

Il Giornale scrive: «Sul proprio territorio aveva messo in piedi un sistema misto: sia di prima (Cas) che seconda accoglienza (Sprar) malgrado per le disposizioni ministeriali, l’uno escludesse l’altro. Si potrebbe supporre però che l’ex ministro Marco Minniti ti avesse chiuso un occhio davanti a un conterraneo così intraprendente consentendogli un gettito enorme di migranti anche oltre qualsivoglia clausola di salvaguardia che si rispetti: 450 migranti per 1800 cittadini riacesi. Vale a dire una presenza del 25%. Ben oltre il margine di 2,5 migranti ogni mille abitanti. Ed è stato proprio questo uno dei motivi che indusse la prefettura della Locride a valutare le incongruenze e smettere di erogare i fondi».

Cronache di Caserta segnala che derrate alimentari «indicate come destinate agli immigrati – per gli inquirenti – garantivano “le attività strumentali alla vita stessa del sodalizio criminoso” consentendone il funzionamento […] sistematicamente utilizzate per fini privati”, rendicontazioni taroccate dei rifugiati negli Sprar, annotazioni di costi fittizi “per spese carburante” e altro materiale (dai cd alle borse lavoro), assenza di documentazione che avrebbero dovuto tracciare i costi di gestione, e quattrini contanti prelevati dalla casse dell’ associazione senza una dovuta giustificazione: questo l’ipotetico modus operandi individuato dalla Procura adottato dal gruppo ‘guidato’ da Lucano».

Anche Il Manifesto cita il documento del Gip di Locri: «La gestione dei fondi – si legge in un passaggio del provvedimento di 134 pagine – “è stata magari disordinata, ma non ci sono illeciti e nessuno ha mai intascato un centesimo”. Nonostante ciò a Lucano e a Teshafun è stata comminata la misura coercitiva sulla base di un generico pericolo di reiterazione criminosa. E sulla base di ipotesi di reato lievi, sproporzionate rispetto alla custodia domiciliare».

La Verità, riferendosi al ruolo di responsabile dell’ufficio anagrafe ricoperto dal sindaco Lucano (dopo che l’impiegato era andato in pensione) scrive: «Proprio come aveva fatto quando per bandire le gare dello Sprar ha ricoperto, come denunciato dalla Verità , altri tre ruoli: era sua la firma sotto il bando di gara in qualità di primo cittadino, sua quella come responsabile unico del procedimento (come previsto dalla legge nei comuni con meno di 5.000 abitanti), e sua anche quella da responsabile dell’unità operativa del servizio finanziario. Uno e trino, il sindaco Lucano».

Il Lametino.it riunisce le dichiarazioni di sostegno al sindaco Lucano: Legambiente (Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e di Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria ) «Non si può risolvere alzando muri e barricate o chiudendo i porti, ma proprio preparandoci a un’accoglienza capace di coniugare sicurezza, integrazione, solidarietà, sviluppo locale e coesione sociale. È questa idea che va difesa strenuamente così come va sostenuto il modello Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) che ha consentito di realizzare un programma di buona accoglienza, distribuito sul territorio, che ha superato tanti problemi del passato».

Rassegna Sindacale, in una scheda,  spiega come funziona il modello Riace, dalla moneta virtuale alle botteghe, al lavoro che svolgono i migranti. La scheda cita l’associazione Don Pino Puglisi, indicata come gestore del progetto Sprar.  «Grazie alle politiche di inclusione, Riace, che ha fatto da apripista al modello Sprar, è riuscita a dare ospitalità non solo ai rifugiati (per il momento sono 400 in tutto il paese), ma anche agli immigrati irregolari con diritto d’asilo, mantenendo in vita servizi di primaria importanza come la scuola e finanziando il comune con micro attività imprenditoriali legate all’artigianato e all’agricoltura». Ancora: «L’integrazione dei migranti è assicurata da circa settanta mediatori culturali assunti dal Comune e al momento facenti parte del sistema Sprar. Sulla scia dell’esperienza di Riace, in questi anni i Comuni della Locride hanno aperto le porte ai profughi. Gioiosa Jonica, Stignano, Benestare, Africo e altri. Nel 2017 erano 194 i Comuni che in tutta la Calabria hanno aderito al sistema di accoglienza dei migranti Sprar».