È tutta colpa dell’Europa. Euroscettici ed euro critici in 56 vignette satiriche

A pochi giorni dal voto che chiamerà i cittadini a rinnovare il Parlamento europeo, Thierry Vissol funzionario della Commissione europea dal 1980 e consigliere speciale media e comunicazione presso la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, nel suo libro “È tutta colpa dell’Europa” (edito Donzelli), usa l’arma della satira per tentare di comprendere l’Unione, la sua storia e il particolare momento di crisi che il vecchio continente sta vivendo. Lo fa attraverso 56 vignette firmate dalle grandi matite della stampa italiana e internazionale in cui si rappresentano le mancanze e i difetti dell’ “ingranaggio europeo”.

Vissol sottolinea come lo strumento della vignetta non intenda attaccare le istituzioni in sé piuttosto “aggredendo le discrasie del sistema, mettono il dito nella piaga e, dopo aver suscitato il nostro sorriso, ci inducono a riflettere”.
L’autore parte dall’assunto che uno dei problemi del dibattito democratico europeo è la mancanza di conoscenza da parte dei cittadini europei (e spesso dei giornalisti) della storia europea comune, di cos’è e di come si dovrebbe fare l’Unione europea. Questo dipende dal fatto che il mondo dell’informazione e della politica europee soffrono di tre malattie: mancanza di memoria, complessità e confusione. L’assenza di memoria è responsabile di derive demagogiche nonché della confusione e complessità che si genera attorno al progetto comunitario; la conoscenza del passato è dunque fondamentale per immaginare il futuro e affrontare le sfide che attendono i paesi dell’Unione. “Quello che siamo è, in gran parte, il risultato di quello che hanno fatto i nostri antenati, e dunque non possiamo ignorarlo” scrive l’autore. Conoscere cos’è veramente l’Europa, l’Unione europea, come funziona e quali sono i suoi meccanismi “ci farà comprendere che il problema non è l’Europa in sé, ma i muri tirati su dagli egoismi nazionali che si stanno ricostruendo e l’incapacità dell’Ue di far fronte alle sfide di un mondo multipolare sempre più complesso”. In fondo, forse, non è tutta colpa dell’Europa.