Alle radici della Città della Scienza

Dalla fabbrica chimica di Coroglio alla “fabbrica della conoscenza” della Città della Scienza, Silvio de Majo e Augusto Vitale raccontano nel libro “Le radici di Città della Scienza” (edito Marsilio) la storia del distretto industriale di Bagnoli e il progetto che ha visto la nascita della Città della Scienza, principale museo interattivo italiano nel campo della comunicazione e divulgazione scientifica creato dalla Fondazione Idis nel 1993.

 

 

Gli autori ripercorrono così, attraverso un suggestivo itinerario testuale e iconografico, le vicende che hanno preceduto e hanno attraversato le fasi di realizzazione della fabbrica chimica di Bagnoli da metà Ottocento fino alla sua dismissione e alla nascita della Città della Scienza.
E’ ai primi dell’Ottocento che l’area di Coroglio, tra il paesaggio dei Campi Flegrei e la collina di Posillipo, comincia a diventare oggetto di iniziative edilizie e di lavori di trasformazione: “nel 1812 re Gioacchino Murat, nell’ambito di una generale opera di riorganizzazione dell’apparato amministrativo della capitale – si legge nel testo – iniziò a prendere in considerazione anche quest’area come naturale sbocco per l’espansione della città, realizzando il completamento dell’attuale via Posillipo e il suo prolungamento fino a Coroglio (…) allo scopo di assicurare un nuovo collegamento tra i quartieri occidentali e il borgo di Mergellina con la piana di Bagnoli”. Lavori che trasformano il volto di tutta l’area fino a quando intorno alla seconda metà dell’Ottocento Carlo ed Ernesto Lefebvre, padre e figlio di origine francese, non acquistarono sul litorale di Bagnoli un ampio territorio per impiantarvi una grande fabbrica di prodotti chimici dando il via così alla prima grande industria chimica nazionale. Il distretto industriale, nel corso del tempo, subisce diverse trasformazioni sino a quando non vi fu il netto ridimensionamento della produzione chimica per l’agricoltura durante la seconda guerra mondiale, quando la produzione fu completamente sospesa a causa dei danni riportati per poi riprendere nel 1946.
Dopo un periodo di ripresa, la crisi nel distretto industriale si fa sentire negli anni Ottanta quando gran parte degli impianti furono ceduti alla branca chimica di Eni e la questione ambientale e della bonifica dell’area non divennero sempre più pressanti. La fabbrica napoletana fu messa infatti in liquidazione nel 1990.
Dalle ceneri di Bagnoli nasce però nel 1993 la Città della Scienza che traghetta pian piano il nostro Paese nel panorama scientifico internazionale. Nonostante l’incendio del marzo del 2013 che ha distrutto gran parte dell’ala ottocentesca della struttura, la Città della Scienza rappresenta “un monito e nel contempo una speranza che Bagnoli possa tornare a valorizzare il suo straordinario patrimonio di storia, di cultura, di natura e di energie”.