Due giornate per favorire il dialogo interculturale e l’inclusione sociale

Il 21 febbraio ricorrono due giornate dedicate al dialogo e alla cultura. 

La Giornata Internazionale della Lingua Madre si celebra ogni anno il 21 febbraio per promuovere il multilinguismo e ribadire il diritto di ogni comunità a parlare la propria lingua madre. Istituita dall’Unesco nel 1999, commemora il 21 febbraio 1952 quando alcuni studenti furono uccisi dalla polizia di Dhâkâ, capitale dell’attuale Bangladesh, mentre manifestavano per il riconoscimento della lingua bengali come una delle due lingue nazionali dell’allora Pakistan.

Ufficialmente riconosciuta dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2007 ribadisce l’importanza di promuovere la conservazione delle lingue madri per favorire il dialogo interculturale e l’inclusione sociale, ma soprattutto di incoraggiare la tolleranza e mantenere vive le tradizioni linguistiche e culturali in tutto il mondo che via via stanno scomparendo.

La Giornata Nazionale del Braille è stata istituita con la legge n.126 del 3 agosto 2007 per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti o ipovedenti. Si celebra il 21 febbraio in coincidenza con la Giornata Internazionale della Lingua Madre perché il Braille è la lingua che consente ai ciechi e agli ipovedenti di avere accesso al patrimonio culturale di tutta l’umanità. Grazie a questo antico sistema di scrittura a sei punti in rilievo, inventato da Louis Braille oltre due secoli fa, tutte le persone con disabilità visiva possono avere accesso alla scrittura.

Per celebrare quest’indispensabile strumento di integrazione e cultura, l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, in collaborazione con il Club italiano del Braille, ha organizzato a Matera due convegni nelle giornate del 20 e del 21 febbraio. Tema che accomuna le due giornate è “La cultura tra le mani” e vedrà una serie di dibattiti ed incontri sulla disabilità visiva e sul superamento di ogni barriera verso l’inclusività.

La celebrazione di questa giornata – ha sottolineato Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia – contribuisce a dare maggiore valore al sistema inventato da Louis Braille che, divenuto cieco a soli tre anni in seguito ad un incidente, vinse il buio indicando ai ciechi le vie della cultura e permettendo loro l’accesso all’enorme patrimonio della conoscenza”.