Giovani amminisrtatori italiani

È stata presentata il 29 maggio a Roma, presso la sede dell’ANCI, la prima Banca Dati sui giovani amministratori italiani, realizzata da ANCI e Cittalia – ANCI Ricerche, in collaborazione con ANCI Giovane.
La Banca Dati fotografa la presenza degli under 35 nelle istituzioni locali: chi sono, quanti sono, a quale livello istituzionale si collocano, che titolo di studio posseggono le ragazze e i ragazzi italiani impegnati come sindaci, vice sindaci, assessori e consiglieri.

“Questa ricerca nasce – ha spiegato Pierciro Galeone, Amministratore Delegato Cittalia, presentando i dati – per accendere i riflettori su un esercito che si vede poco, spesso silenzioso, com’è quello dei giovani amministratori italiani. Un esercito che, con i suoi numeri, testimonia la vitalità della realtà politica comunale”.

Sono più di 27.000, infatti, gli amministratori comunali under 35, il 19% del totale. Una percentuale molto più ampia di quella che descrive la presenza giovanile in Parlamento (4.6% dei deputati), nelle Regioni (4.2% dei consiglieri regionali) e nelle Province (7.2% dei consiglieri provinciali).

“In un momento in cui il tema del ricambio generazionale è all’ordine del giorno – ha affermato Giacomo D’Arrigo, Coordinatore nazionale ANCI Giovane, – la Banca Dati di ANCI rileva che i giovani italiani governano già e lo fanno nei Comuni. Un vantaggio, questo, per le Amministrazioni stesse, perché le ragazze e i ragazzi – ha sottolineato – rappresentano la parte più innovativa, moderna e aperta del mondo amministrativo”.

Soddisfatto dei dati emersi dall’indagine anche Roberto Pella, delegato ANCI per le politiche giovanili e lo sport. La Banca Dati dimostra – ha sostenuto Pella – che quando l’elettore può esprimere la sua preferenza, come avviene nelle elezioni comunali, i giovani vengono premiati”.

Carlo Fidanza, capogruppo di Alleanza Nazionale al Comune di Milano e membro dell’Ufficio di Presidenza ANCI Giovane ha sottolineato come la realtà che emerge dalla ricerca ANCI – Cittalia non sia “la fotografia di un giovanilismo di facciata, utile per abbellire le liste elettorali, ma la misura di un impegno concreto. Un impegno che, però, deve fare un salto di qualità. I giovani – ha continuato Fidanza – oggi si occupano quasi esclusivamente di politiche giovanili, sport e tempo libero, mentre devono poter esprimere le loro competenze anche nei settori nevralgici per la vita dei comuni”.

“Si tratta di una realtà ancora poco valorizzata – ha commentato il Presidente di ANCI, Leonardo Domenici – ma che rappresenta il legame che la politica dovrebbe sempre avere con il territorio. Le amministrazioni locali – ha continuato – costituiscono una grande palestra per i politici del futuro, una vera e propria scuola di realismo politico e amministrativo, perché nei Comuni si impara a fare i conti con le cose concrete, a realizzare cose importanti con le risorse che si hanno a disposizione. La concretezza, dunque – ha concluso il Presidente ANCI – sia il valore aggiunto dei giovani amministratori italiani, insieme ad efficienza e innovazione”.

Al dibattito, che è stato moderato dal giornalista del TG1 Marco Frittella, hanno partecipato anche Antonio Polito, Direttore “Il Riformista”, e Roberto Arditti, Direttore editoriale “Il Tempo”. Una voce critica, quella dei due commentatori, che ha riconosciuto il valore della ricerca ma ha sottolineato che, mentre in Italia la presenza giovanile si concentra soprattutto nei piccoli Comuni (oltre il 70% dei giovani amministratori nelle realtà con meno di 5.000 abitanti), in altri Paesi a 35 anni i giovani sono già pronti per fare il premier. Le criticità di oggi, secondo Polito e Arditti, siano da stimolo per favorire ancora il ricambio generazionale, ma ad una condizione: che la presenza degli under 35 nelle istituzioni si traduca in un cambiamento reale e in un approccio più coraggioso verso l’innovazione.